FEBBRAIO si apriva
con riti di purificazione e di salvezza. Bisognava scavare
fosse per piantare le viti, girare la terra per seminare
le fave, l’orzo, il miglio ed ogni altro semente di legumi,
piantare alberi di grosso fusto per fare dei boschi e piantare
a luna crescente il cavolo, la verza, e a luna calante la
salvia, la ruta, il rosmarino, la fava, le verze, le rape,
il prezzemolo e la lattuga. Il calendario lunare scandiva
bene i tempi delle feste, anche religiose, come, ad esempio,
la Pasqua che era la domenica successiva alla prima luna
di primavera. A febbraio era giusto lavorare il dovuto,
ma anche fare festa, perché era il mese del carnevale
e della quaresima, che verrà dopo il godimento.
A MARZO, dopo il
carnevale, tornavano la norma consueta ed il dovere quotidiano,
e si pensava alla pasqua facendo molte riflessioni.
Il calendario agricolo
seguiva la luna, il plenilunio era indispensabile per la
buona riuscita delle semine e degli innesti, per evitare
il flagello dei tarli sul legno tagliato e perché
il vino non prendesse l’acido.
APRILE era il mese
dedicato alla pasqua con la celebrazione di riti cattolici,
si benedicevano le case dei contadini e, secondo la tradizione,
il giorno di Pasqua si mangiavano le uova sode con il guscio
colorato.
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