Quadro storico
Tipologie di abitazioni e abitati rurali
Villaggio come realtà sociale
1. Intervista: " Nonna, mi racconteresti..."
2. Un destino comune
3. Alcune consuetudini condivise
4. Il filò
5. Stratificazione sociale
  a. Poreti
  b. Siori
6. Tempo contadino
7. Il nutrimento nelle campagne
8. Alimentazione e salute
Alcuni mestieri paesani
Bibliografia
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A SETTEMBRE le campagne erano cambiate. Era il mese delle sagre; da agosto ad ottobre si dispiegavano le processioni dei santi lungo le vie paesane.

OTTOBRE era la stagione della vendemmia, per le vie delle città passavano carri pieni d’uva, trainati da buoi. Poi venivano la pigiatura e la torchiatura, la bollitura e la svinatura, i travasi ripetuti dopo aver osservato la luna. Bisognava occuparsi anche d’altro, gli ultimi fieni, il mais, la frutta.

NOVEMBRE era il mese in cui la cantina era piena e avveniva l’uccisione del maiale, dopodiché i contadini appendevano gli insaccati ai pali. Gli animali ingrassavano in stalla. Si era appena raccolto il mais e c’era polenta per tutti, d’ogni tipo.

DICEMBRE era il mese del riposo, la caccia terminava, le sementi erano nella terra, pronte per dare i frutti, il sole sorgeva dopo e tramontava prima. Nelle case, a Natale, nel caminetto si accendeva a mezzanotte un ceppo bagnato di gocce di vino caldo. Della brace del ceppo era riutilizzata per appiccare il fuoco del panevin la sera dell’epifania. Il falò di questa festa era il risultato del contributo di tutte le famiglie, che partecipavano mettendo in comune i propri ceppi (soca). Così negli incroci delle strade ardevano grandi falò. Era la raffigurazione dell’unità del villaggio e della volontà generale di favorire il rinnovamento, la vita rinascente in una dimensione ciclica.