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In tutte le case
coloniche c’era una fontana o un pozzo, che serviva per
dissetarsi e per cucinare, queste fonti d’approvvigionamento
d’acqua erano fondamentali per la sopravvivenza, perché
non esistevano acquedotti.
Invece, dove le case
erano più raggruppate, a formare un paese, le fontane
erano sparse fra gli edifici, le persone che ci abitavano
vicino andavano ogni giorno con bottiglie e caraffe per
raccogliere l’acqua.
Sparsi nei campi c’erano
gli alberi fruttiferi: meli e peri sui bordi di corsi d’acqua
e in mezzo ai prati; i peschi nei vigneti; attorno alle
case c’erano i ciliegi e gli alberi di susine. Disposti
ovunque c’erano i noci, che si prestavano a diversi usi:
l’utilizzo del legno (molto richiesto per la produzione
di mobili), del frutto e l’estrazione dell’olio.
Ai bordi delle strade
si ergevano le querce, gli olmi, i frassini, le acacie e
i pioppi.
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