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La casa
contadina era solitamente piccola e povera. Al suo interno
era composta, di norma, da una piccola entrata con un tavolo
di noce ed alcune sedie impagliate subito davanti. A fianco
si sbucava nella cucina con una rotonda sotto la cappa del
camino, il larìn; dalla cappa pendevano alcuni
anelli di catena che serviva per sorreggere la calièra
della polenta e attorno ci si sedeva per riscaldarsi.
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Solitamente non mancavano
la credenza; il casson, dove tenere la polenta e le
provviste per i maiali; la sacheta, dove veniva sistemata
la farina bianca. La lucerna a petrolio pendeva al centro
della tavola; durante lo spostamento nelle stanze venivano
usate delle candele o dei lumini ad olio.
La stanza più ornata era la sala, dove era presente
la tavola con in centro il "centrino", fatto a mano
dalla donna di casa, la mare. Una porta conduceva al
secèr, la stanza dove si lavavano le stoviglie
in un lavello di pietra. C’erano poi le camere da letto al
primo piano e bisognava salire le scale per accedervi. Sotto
a sinistra si trovava la stalla semibuia. Sempre al primo
piano si allargava il solaio dove si teneva il granoturco
e il fieno.
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