Ne segue per necessaria
conseguenza la coabitazione forzata di molte persone in
una sola stanza e la insufficienza di spazio di questa per
somministrare l’aria respirabile a chi vi dorme. Ecco in
proposito come generalmente si distribuiscono le famiglie
dei contadini nelle loro camere: finché si tratta
di due sposi novelli essi hanno quasi sempre una stanza
qualsiasi separata dai celibi: quando però hanno
figli, questi, finché alla loro volta non arrivino
all’età del matrimonio o si maritino realmente, dormono
nella stessa stanza dei genitori e spesso nel medesimo letto,
per cui i misteri della riproduzione cessano ben presto
di essere tali per loro! Le ragazze (parliamo delle giovani)
dormono o coi genitori o con qualche vecchia della casa
o con un fratello minore, onde non rari gli incesti!1
Fuori
dall’entrata si apriva il portico dove si teneva la legna
all’asciutto. Su di esso si affacciava un piccolo cortivo
erboso, nel cui centro c’era una pompa a mano, in fondo
vi era il césso, chiuso da quattro muretti
di pietra, senza tetto e con una porta in legno. Ancora
oltre si trovava la còrt, il letamaio. Anche
se povera, la casa per la classe contadina rappresentava
il ritrovo della famiglia e una protezione; quindi bisognava
cercare di mantenere una stabilità economica e stare
molto attenti a non creare debiti con altri che avrebbero
potuto far perdere la stabilità famigliare. Guai
a magnarse fora la casa!
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