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Le
classi rurali erano obbligate a mangiare un solo cibo ,
il mais. Le persone del ceto più povero vivevano in uno
stato di disagio alimentare e igienico, erano le più colpite
dalle malattie, tra queste la più diffusa era la malaria.
Anche per i salariati dell’industria di metà 800 le condizioni
alimentari si aggravarono, perché i bassi salari non permettevano
di comprarsi molto cibo.
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I continui
sforzi fisici e il deficit alimentare comportavano nello spazio
cittadino e rurale disturbi cardiocircolatori, infezioni all’apparato
respiratorio, un decadimento precoce. La rigida disciplina
del lavoro imposta a donne e bambini aggravava il disagio
morboso. A fine secolo l’agricoltura si sviluppò in direzione
capitalistica, il numero dei giorni lavorativi dei contadini
del Veneto divenne inferiore a quello degli altri lavoratori
agricoli del Regno, grazie alla diffusione della meccanizzazione,
e la retribuzione per alcune fasce privilegiate aumentò, anche
se in modo inferiore rispetto al costo della vita. L’alimentazione
divenne più varia e la pellagra divenne più rara.
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