Queste
prime forme di industrializzazione sorsero inizialmente in alcuni
distretti del Veneto, con lavorazioni artigianali e in qualche
caso unità produttive avvicinabili alla fabbrica moderna.
In seguito alle prime esperienze industriali, nacquero le prime
ferrovie e tra queste, nel ’59, la Torino-Venezia, una delle
linee più grandi d’Italia.
L’obbligo dell’istruzione elementare nel Lombardo- Veneto
datava 1818. Esso non provocò molti ostacoli nella popolazione,
ma anche in via approssimativa è difficile sapere quanto
lo stato spendeva per la scuola pubblica.
Alla vigilia dell’unificazione
la maggioranza della popolazione era costituita da contadini,
piccoli proprietari, mezzadri (tipici della pianura padana ),
artigiani, domestici. In Italia su una popolazione attiva di
11 milioni e mezzo di persone, al mondo rurale ne erano ancorate
quasi 7 milioni.
L’agricoltura sostenne la
maggiore pressione fiscale, questo fece emigrare contadini ed
artigiani verso l’estero. Obbligò altresì una
parte dei proprietari a migliorare la produttività della
terra.
Fattori fisici e fattori
storici in Italia avevano portato a profonde differenziazioni,
avevano creato una situazione disomogenea. Modesti e disorganici
spunti di industrializzazione venivano sperimentati da un paese
che, nella seconda metà dell’800, restava a economia
essenzialmente agricola.